Meccanismi di RSRC1 nella schizofrenia e in altri disturbi

 

 

DIANE RICHMOND

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XV – 24 marzo 2018.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

La sfida di questi anni, per la comprensione delle basi neuropatologiche della schizofrenia e di altri gravi disturbi mentali, è la scoperta dei meccanismi molecolari che legano le alterazioni geniche alla fisiopatologia responsabile delle manifestazioni sintomatologiche. Allo stato attuale delle conoscenze è difficile anche la semplice stima delle dimensioni di questa impresa e, dunque, prevedere il tempo necessario al suo compimento; sicuramente, gli studi che cominciano a decifrare i ruoli dei prodotti genici mutati in probabili processi fisiopatologici, costituiscono elementi preziosi per il lungo e complesso lavoro che porterà a delineare i primi profili di psicopatologia molecolare.

Uno di questi studi è stato realizzato in Israele, grazie alla collaborazione fra ricercatori di branche diverse, che hanno consentito un’articolata valutazione del ruolo di RSRC1, il cui polimorfismo è associato alla schizofrenia. In particolare, il lavoro è stato così condotto: 1) in termini genetici; 2) per le interazioni proteina-proteina in grado di modificare l’espressione genica nell’uomo; 3) con l’impiego di cellule pluripotenti derivate dai pazienti; 4) mediante il confronto con modelli sperimentali.

I risultati suggeriscono profili di alterazione molecolare che possono riguardare, oltre la schizofrenia, disturbi cognitivi su base genetica.

(Perez Y., et al., RSRC1 mutation affects intellect and behavior through aberrant splicing and transcription, downregulating IGFBP3. Brain – Epub ahead of print doi: 10.1093/brain/awy045, 2018).

La provenienza degli autori è la seguente: The Morris Kahn Laboratory of Human Genetics, National Institute for Biotechnology in the Negev and Faculty of Health Sciences, Ben-Gurion University of the Negev, Beer Sheva (Israele); Multiple Sclerosis Center, Sheba Medical Center, Tel Hashomer (Israele); Icahn School of Medicine at Mount Sinai, New York, NY (USA); Department of Clinical Biochemistry and Pharmacology, Faculty of Health Sciences, Ben-Gurion University of the Negev, Beer Sheva (Israele); Pediatric Neurology Unit, Ben-Gurion University of the Negev, Beer Sheva (Israele); Genetics Institute, Pre-School Psychiatry Unit, Soroka University Medical Center, Ben-Gurion University of the Negev, Beer Sheva (Israele); Regenerative Medicine and Stem Cell Research Center, Ben-Gurion University of the Negev, Beer Sheva (Israele).

Si ricorda che gli studi condotti negli ultimi 50 anni su gemelli, figli adottati e intere famiglie con più membri affetti da psicopatologia psicotica hanno fornito prove convincenti dell’ereditabilità della schizofrenia[1]. La maggior parte dei neurogenetisti considera la psicosi schizofrenica una malattia psichica dalla genetica complessa, che non segue un’eredità mendeliana e non può essere attribuita ad un singolo gene o ad una singola anomalia genetica. Lo schema di distribuzione, con una concordanza di circa il 60% fra gemelli identici[2], il 10% fra parenti di primo grado e il 3% nel secondo grado, è coerente con una genetica complessa in cui molti geni di effetto limitato interagiscono per contribuire al fenotipo. Un’ipotesi alternativa, che sembra guadagnare consensi, è che il rischio ereditabile di schizofrenia sia dovuto a mutazioni rare con un’alta penetranza.

Il gene RSRC1[3], identificato dal nome ufficiale della HGNC arginine and serine rich coliled-coil 1 e noto anche come BM-011, SFRS21 o SRrp53, codifica un membro della famiglia proteica associata alla ricchezza in serina e arginina. La proteina codificata è implicata sia nello splicing[4] costitutivo sia in quello alternativo dell’mRNA. Lo splicing alternativo produce numerosi trascritti varianti che codificano differenti isoforme. L’espressione è stata provata nella tiroide, nel cervello e in 25 altri tessuti; l’associazione con la schizofrenia è comunemente accettata. La localizzazione è 3q25.32; uno pseudogene[5] di RSRC1 è localizzato sul cromosoma 9.

Dopo questi dati introduttivi sul gene studiato da Perez e colleghi, passiamo all’esposizione in sintesi dei passi salienti della ricerca.

Attraverso la mappa degli omozigoti e il sequenziamento dell’intero esoma, i ricercatori hanno dimostrato che le mutazioni in RSRC1 causano una sindrome autosomica recessiva di disabilità intellettiva, comportamento aberrante, ipotonia e lieve dismorfismo del volto, con reperti morfologici del cervello, ottenuti mediante risonanza magnetica nucleare (MRI), assolutamente normali. Perez e colleghi hanno poi rilevato l’espressione ubiquitaria del gene, e hanno accertato che le mutazioni di RSRC1, nei fibroblasti dei pazienti, innescano il decadimento di mRNA mediato da nonsenso del trascritto RSRC1[6]. Il silenziamento lentivirale shRNA-mediato e l’iper-espressione di RSRC1 nelle cellule SH-SY5Y ha dimostrato che RSRC1 ha un ruolo nello splicing alternativo e nella regolazione della trascrizione.

Il profilo del trascrittoma delle cellule RSRC1-silenziate ha rivelato l’espressione differenziata di geni specifici, in precedenza associati a disabilità intellettiva, ipotonia e schizofrenia, e rilevanti per il fenotipo patologico. Il modellamento della rete di interazioni proteina-proteina, ha suggerito le possibili reazioni intermedie mediante le quali RSRC1 determina l’espressione differenziale gene-specifica.

Le cellule staminali pluripotenti indotte, derivate dai pazienti e differenziate in cellule progenitrici neurali, mostravano dinamiche di espressione simili a quelle del modello SH-SY5Y con RSRC1 silenziato.

Un dato di assoluto interesse è che le cellule progenitrici neurali del paziente schizofrenico presentavano una downregulation dell’espressione di IGFBP3 di 9.6 volte: nell’espressione cerebrale di questo gene è implicato MECP2, che è aberrante nella sindrome di Rett. Il quadro è reso ancora più chiaro dall’esito sperimentale che evidenzia nei topi Igfbp3-null compromissione comportamentale, anomalie nella funzione sinaptica e nella neurotrasmissione monoaminergica, probabilmente correlate con il fenotipo patologico.

 

L’autrice della nota ringrazia la dottoressa Giovanna Rezzoni per la collaborazione e la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza, e invita alla lettura delle numerose recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Diane Richmond

BM&L-24 marzo 2018

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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[1] Tiwari A. K., et al. Genetics in schizophrenia: Where are we and what next? Dialogues Clinical Neuroscience 12, 289-303, 2010.

[2] La concordanza incompleta si attribuisce a fattori epigenetici implicati nella conversione genotipo-fenotipo.

[3] I dati qui riportati si riferiscono al gene di Homo sapiens.

[4] Si è conservata la forma inglese, perché adottata anche in molti testi italiani, nei quali in passato era tradotta con il termine “montaggio”, in riferimento alla modificazione trascrizionale o post-trascizionale del pre-mRNA che collega le sequenze esoniche escludendo quelle introniche.

[5] Si ricorda che per pseudogene si intende una sequenza nucleotidica strutturalmente simile a un gene, ma non espressa nella cellula. Lo pseudogene sul cromosoma 9 sarebbe collegato a RSRC1 dall’origine per duplicazione da un precursore ancestrale comune.

[6] Il decadimento mediato da nonsenso (NMD, nonsense mediate decay) è un meccanismo cellulare di sorveglianza dell’mRNA finalizzato a rilevare mutazioni nonsenso e a prevenire l’espressione di proteine tronche o erronee.